19 giugno 2013

Fare

Quotidianamente, in dibattiti televisivi (talkshow per i poliglotti), conferenze stampa, interviste, dichiarazioni varie una pletora di ministri, sottosegretari, politici più o meno di professione, politologi, opinionisti, tuttologi assortiti ci elencano i problemi di cui soffre il nostro paese: crisi del credito, crisi del mercato immobiliare,  disoccupazione, specialmente giovanile, fallimenti, diminuzione del PIL e simili amenità.
Quello di cui forse non si rendono conto è il fatto che noi, i cittadini, questi problemi li conosciamo molto bene, e ne soffriamo, ed è perfettamente inutile che tutti questi personaggi ce li facciano conoscere, come se fossero loro, con il loro incontestabile ed invidiabile sapere, ad avere scoperto questi fatti. Ciò che a noi interessa non è certo l’elencazione delle nostre disgrazie, ma una chiara indicazione di come pensano di porvi rimedio.
In altre parole, nessuno va dal medico per sentirsi dire “lei non sta bene, ha la febbre, soffre di dolori…” e basta, ma per vedersi assegnata o per lo meno suggerita una terapia. Di chiacchiere abbiamo già fatto da tempo il pieno.
L’attuale governo del premier Enrico Letta, in un sussulto di consapevolezza delle proprie responsabilità, sta predisponendo un provvedimento dal titolo promettente: “Fare”. Esso contiene un po’ di tutto, ma l’impressione è che si tratti dei soliti pannicelli caldi: tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione, meno severità e prepotenza da parte di Equitalia, e simili. Si stanziano poi un paio di miliardi per nuovi lavori infrastrutturali: saranno pagati anche questi “a babbo morto?”.
Per quanto ci si sforzi, non si riesce a capire in qual modo questi provvedimenti possano aiutare l’economia a ripartire. Si tratta di cose estremamente necessarie, ma in fin dei conti possono riassumersi in una frase: saremo meno severi, ma vi terremo d’occhio… Non c’è un solo accenno ad un qualsivoglia, sia pur modesto, taglio di spese, unico strumento per trovare i fondi necessari  per ripartire.
Per tutte queste semplici considerazioni non vogliamo essere giudicati menagramo, ma temiamo che questo “fare” assomigli troppo e più semplicemente a “dire”… e si sa che tra l’uno e l’altro c’è di mezzo il mare. Non dimentichiamo che il precedente governo di saccenti “tecnici” varò un provvedimento definito “salva Italia” e tutti abbiamo visto com’è andata a finire.

 Il Bertoldo

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